La proposta per Città Sant’Angelo
La forsu
Per Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) si intende il materiale detto umido, prodotto grazie alla raccolta differenziata: trattasi principalmente di residui di cibo o preparazioni alimentari domestici e da ristorazione.
Questo tipo di materiale viene mescolato con altre frazioni biodegradabili, quali ad esempio gli sfalci e le potature.
Grazie alla raccolta differenziata del materiale organico e alla gestione tramite impianti moderni è oggi possibile abbattere completamente le emissioni di gas serra e al contempo limitare la formazione di percolato: quest’ultimo, particolarmente ricco di microorganismi viene riutilizzato nel processo biologico.
La produzione naturale di Biometano – IRSA
fonte: Rai Scuola
Il recupero della sostanza organica da rifiuti solidi urbani
In Italia la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani è in costante crescita.
- I Comuni spingono incessantemente sul miglioramento dei risultati, con l’obiettivo di superare il valore soglia del 65% fissato dalla Comunità Europea e dalle normative nazionali.
- Alla fine del 2020, dei 30 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani prodotti il 62% era raccolto in maniera differenziata.
- Si può ipotizzare che l’obiettivo del 65% è ormai alla nostra portata, in largo anticipo rispetto alla data del 2035 fissata dall’Europa.
- Nella Provincia di Pescara la raccolta differenziata è al 51% con un forte tasso di crescita che prevedibilmente arriverà al 70% entro il 2030.
- La frazione organica (FORSU) è al 43% della capacità complessiva
Risolvere il problema dello smaltimento dell’organico significa dunque risolvere la parte più consistente dei rifiuti in generale.
Il trattamento della Forsu
La Digestione anaerobica da FORSU, umido e verde della raccolta differenziata, consente di abbinare il recupero di materia al recupero di energia e di trasformare il rifiuto in risorsa che può essere immessa nuovamente nel ciclo produttivo, chiudendo il cerchio dell’ ECONOMIA CIRCOLARE.
Il rifiuto organico è trattato attraverso la digestione anaerobica per la produzione di BIOMETANO che viene immesso direttamente nella rete gas nazionale e utilizzato in particolare per produrre elettricità, calore e per autotrazione.
Il digestato, ossia il materiale in uscita dal processo di digestione anaerobica viene trasformato in COMPOST DI QUALITÀ mediante il compostaggio e viene utilizzato come fertilizzante per l’agricoltura biologica.
La FORSU
fonte: APPM Onlus
Le caratteristiche
L’eco-impianto proposto ha una POTENZIALITÀ di 60.000 t/a con una produzione di 3,6 milioni di metri cubi annui di Biometano che permetteranno un risparmio pari a più di 3.000 tonnellate di petrolio.
Il progetto prevede un impianto di tecnologia avanzata in grado di trattare la crescente quota di frazione organica differenziata (FORSU) raccolta principalmente all’interno del bacino territoriale pescarese, producendo tangibili benefici ambientali ed economici per la comunità.
Il sistema impiantistico si compone di due sezioni: una per la produzione di BIOMETANO e una per la produzione di COMPOST.
L’impianto, in costante depressione, è dotato di un sistema per la captazione e il trattamento delle emissioni odorigene e di un programma di controllo e monitoraggio continuo del processo.
L’organico conferito viene pretrattato tramite un processo meccanico di selezione e triturazione. Al termine di questa fase, il materiale risultante viene inviato al digestore anaerobico, all’interno del quale si sviluppano le reazioni biochimiche per la produzione di biogas. Il biogas così ottenuto subisce un processo di depurazione e in seguito viene inviato alla sezione di upgrading per essere raffinato. Il gas che deriva da questo trattamento è BIOMETANO di alta qualità ed efficienza, adatto ad essere immesso nella rete di distribuzione.
Il digestato, cioè la matrice prodotta dalla fase di digestione anaerobica, stabile e privo di odori molesti, viene ulteriormente stabilizzato in un processo di due stadi di cui il primo è di biossidazione accellerata e il secondo di maturazione lenta.
Volumi previsti in provincia di Pescara
frazione organica oggi ammonta a 33.934 t/a
Prevista a 40.000 t/a
(entro il 2026)
Prevista a 46.000 t/a
(entro il 2030)
STIMA PRODUZIONE ORGANICO | ||||||
AREA | PRODUZIONE RIFIUTI t/a | RACCOLTA DIFFERENZIATA | DIFFERENZIATA PERCENTUALE | DIFFERENZIATA t/a | ORGANICO PERCENTUALE | ORGANICO t/a |
PROVINCIA PESCARA | 153.000 | OGGI | 51,2% | 78.000 | 43% | 34.000 |
OBIETTIVO 2026 | 60% | 91.000 | 40.000 | |||
OBIETTIVO 2030 | 70% | 107.000 | 46.000 |
Il Project Financing
Ambiente S.p.A. quale soggetto pubblico ha scelto di operare nel regime formativo denominato “Project Financing” (dlgs 50/2016)
Il PROJECT FINANCING è un sistema che consente l’affidamento, della progettazione, della realizzazione e della gestione di un’opera pubblica mediante il concorso di un investitore privato, il cui capitale sarà remunerato da entrate derivanti dalla gestione dell’opera per un arco temporale definito.
Consente all’Amministrazione di ottimizzare i costi, riducendo notevolmente il proprio impegno finanziario, attraverso il coinvolgimento dei privati, con il trasferimento del rischio dell’iniziativa a questi ultimi.
Il privato viene coinvolto negli aspetti economici e progettuali, e nella fase di successiva gestione.
In sintesi i vantaggi sono:
- Riduzione dei costi per l’amministrazione (progetto, piano economico finanziario, convenzione).
- Semplificazione delle procedure.
- Accelerazione dei tempi di realizzazione.
- Acquisizione di nuove competenze in modo particolare quando i proponenti sono leader del settore.
Vantaggi economici oltre che ambientali
COSTO GESTIONE ORGANICO trattamento + trasporto | costo attuale | 145 €/t |
con nuovo impianto | 100 €/t | |
MUTUO | incidenza rata | 15-18 €/t |
RISPARMIO | con nuovo impianto | 30 – 27 €/t |
ULTERIORI ENTRATE | vendita Biometano | 35-55 €/t |
incentivi statali | ||
produzione Compost | ||
STIMA COSTO GESTIONE ORGANICO | CON NUOVO IMPIANTO | 65 – 85 €/t |
QUASI DIMEZZATI I COSTI INIZIALI | ca. - 50% |
Cosa dicono gli stakeholders
Il modello proposto è quello della partnership fra enti pubblici, istituti di ricerca e imprese del territorio, dove ognuno mette a disposizione le proprie risorse e competenze verso un modello di produzione che valorizza quello che un tempo si considerava scarto e riduce al minimo il consumo di suolo mentre produce energia green e riduce le emissioni di CO2.